Avete mai sentito parlare di growth hacking? Si tratta di un insieme di tecniche finalizzate all’evoluzione di un business, come si evince dal nome stesso: in inglese, infatti, growth significa “crescita”.
Quello del growth hacker sta diventando uno dei lavori digitali più diffusi degli ultimi tempi. L’obiettivo non è semplicemente lo sviluppo di un’impresa, ma la sua rapida espansione: un progresso che deve essere quanto più veloce possibile, così da battere tutti i competitors presenti sul mercato.
Bisogna precisare anche che non c’è un’unica definizione di growth hacking. Alcuni applicano questo settore soltanto al web marketing, altri in generale a tutti gli ambiti dell’esistenza (e utilizzano l’espressione life hacking). Ci si può riferire, nel complesso, ai miglioramenti della carriera, delle competenze che si possiedono ecc.
Abbiamo chiarito, quindi, cos’è il growth hacking. Vediamo più nello specifico in cosa consiste questa metodologia, e quali sono i compiti fondamentali del growth hacker. Non temete, non c’è nessuna connessione con gli hacker che si dedicano alla pirateria in rete: più che altro, il termine è legato all’uso di strumenti non convenzionali, innovativi, diversi dal solito.
Indice
Il growth hacker
Il growth hacker è un professionista che supporta le start-up e le società di altro tipo nel loro potenziamento. È colui che conduce le aziende al successo: non importa se lo fa adoperando i social, incrementando le vendite, pubblicizzando prodotti e così via.
A questo punto potreste chiedervi: ma dunque il growth hacker è un esperto in digital marketing? Di certo ci sono delle affinità tra i due lavori, ma il growth hacker ha un background più tecnico e unisce in sé abilità più trasversali. È colui che fa ottenere a un post centinaia di reactions in un minuto, o che diffonde un video su YouTube tra migliaia di persone in un battito di ciglia. Si occupa di content management, di developing, di engineering e chi più ne ha più ne metta.
Le modalità per fare growth hacking
Avrete capito cos’è il growth hacking e chi è il growth hacker: a quali modalità ricorre quest’ultimo per eseguire le proprie mansioni?
Un growth hacker effettua operazioni come l’acquisizione e l’attivazione. Con il primo vocabolo intendiamo l’avvicinamento di nuovi utenti a un determinato business: ciò si verifica attraverso le newsletter, le piattaforme social, i blog, i forum impiegati dai membri della community per le discussioni e i confronti.
L’attivazione è lo step successivo: i nuovi utenti si trasformano in utenti reali. Clienti che comprano prodotti e servizi, che scaricano una app, che si iscrivono a una newsletter.
Altre fasi del growth hacking sono quelle chiamate referral e retention. Il referral è il passaparola: si spinge, cioè, la clientela a parlare di un brand con amici e parenti, in modo da ampliare il bacino di utenza. La retention è la fidelizzazione dei clienti stessi.
Infine, il growth hacker aiuta le aziende e i liberi professionisti a guadagnare. Lo scopo è indurre il pubblico a compiere un’azione che è fonte di entrate, anche per esempio un download, una sottoscrizione ecc.
Qualche consiglio per il growth hacking
Comprendere cos’è il growth hacking significa anche assimilare una serie di strategie utili.
La prima cosa da fare, per un growth hacker, è lo studio dell’oggetto: il prodotto da lanciare, il servizio da promuovere. Bisogna analizzarne tutti gli aspetti e i minimi dettagli, i pregi e i difetti, nonché la capacità di coinvolgere gli utenti. In questo campo si inserisce anche l’esame dei canali più adatti alla diffusione, dai social agli eventi, dai siti vetrina ai blog e agli e-commerce.
Il growth hacker svolge, poi, riflessioni approfondite sul target. Quali sono i suoi interessi, qual è l’età media? Da cosa questi individui sono attirati e incuriositi? Quali sono le infografiche migliori per stimolarli e per suscitare la loro attenzione?
È essenziale capire come favorire la popolarità dell’oggetto passando in rassegna le caratteristiche del soggetto. Il growth hacker deve fare anche questo. Naturalmente è preferibile scegliere una nicchia piuttosto che rivolgersi a un pubblico molto esteso: nel secondo caso la strategia di marketing sarà più dispersiva e fumosa, poco precisa e quindi poco valida.
Il growth hacking implica la conoscenza dei KPI, Key Performance Indicators. Delle metriche che definiscono il successo di un’impresa: il numero di visitatori di un sito, la media degli ordini mensili di un e-commerce, il tasso di conversione.
Al termine di tutto ciò, è probabile che il growth hacker sia in grado di velocizzare tantissimo la crescita di un’azienda. È indispensabile un suo accordo con il web marketer, soprattutto nel momento in cui si eseguono controlli relativi ai canali. I test sono fondamentali prima dell’attuazione di un piano.
Quello del growth hacker è uno dei lavori del futuro. Ormai i professionisti non possono farne a meno se desiderano emergere tra i competitors e aspirare a una reale evoluzione!