Nel mare magnum delle professioni digital talvolta si rischia di perdersi un po’, specie se non si è avvezzi a questo tipo di attività. Se ne sentono e leggono tante, ma per formarsi bene in questo ambito servono tante componenti. Curiosità, pensiero laterale, una certa predisposizione per la tecnologia. Ma soprattutto molto studio e abnegazione. Troppo spesso si pensa ad esempio che basti fare qualche post accattivante su Facebook o Instagram per essere considerato un buon social media manager. In realtà si tratta di una professione complessa, molto strutturata e in continua evoluzione, per la quale l’aggiornamento costante è con ogni probabilità l’aspetto più importante. Ma l’aggiornamento non basta: quella del social media manager è una professionalità variopinta, che abbraccia diverse soft skills con l’obiettivo di raggiungere risultati concreti. Servono abilità dal punto di vista della comunicazione, del marketing, possibilmente capacità di grafica e video editing, ma anche capacità di gestire e allocare i budget nel modo giusto. E poi ancora abilità nella misurazione dei dati, un bel tocco di creatività e altro ancora.
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Studio del target e dei competitor e testing
Dicevamo di una professione che abbraccia tanti micro settori: per gestire i social media in maniera professionale non si può prescindere da uno studio attento del target di riferimento: quando si comunica infatti non si deve “sparare nel mucchio” ma bisogna cercare di parlare esattamente il linguaggio della nostra nicchia di pubblico. Spesso ci si trova ad operare in contesti che sono ben delineati da questo punto di vista, per cui l’errore più grande sarebbe quello di andare fuori strada. Come fare? Bisogna costruire quelle che in gergo si definiscono “buyer persona”, ovvero un profilo ben definito (a livello sociodemografico, di interessi ecc.) della persona che entrerà in contatto con il nostro business. Solo a quel punto potremmo proporre e comunicare correttamente i nostri prodotti o servizi.
Oltre ai potenziali clienti poi, un occhio va buttato anche verso i competitor. È fondamentale infatti conoscere come comunicano i nostri rivali per poter prendere le necessarie contromisure. Solo così possiamo sviluppare la nostra unique value proposition, la proposta unica di valore che rappresenta il vero punto differenziante del nostro brand. Le persone vogliono sapere perché dovrebbero scegliere noi rispetto ad un altro marchio, e una buona attività di social media marketing può aiutare in questa direzione.
Solo dopo aver compreso a chi comunicare e aver stabilito una linea su come farlo, si può procedere con l’attività operativa di social media marketing. Ma attenzione, perché rispetto a qualche anno fa le cose sono cambiate. Non è più affatto scontato ricevere interazioni da parte degli utenti, per cui bisogna testare in continuazione. Ma testare cosa? Diversi layout grafici ad esempio, ma anche diversi copy nei post, diversi segmenti di pubblico ecc. per riuscire a comprendere cosa performa meglio.
Allocare e gestire budget per attività di advertising
Abbiamo fatto riferimento al testing e ai diversi segmenti di pubblico. Queste sono attività che possono essere svolte prevedendo un budget da destinare alle pubblicità sulle piattaforme social. Negli ultimi anni è infatti scesa drasticamente la cosiddetta reach organica (ovvero il numero di utenti che possiamo raggiungere con dei contenuti non a pagamento). Le piattaforme spingono le aziende a investire in pubblicità, per cui bisogna adeguarsi. La competizione è cresciuta, così come si sono alzati i costi pubblicitari. Per questo è necessario conoscere bene le dinamiche di advertising che, se ben utilizzate, possono portare risultati concreti nel medio-lungo periodo.
Creatività e curiosità, aspetti imprescindibili
Altri due aspetti fondamentali per svolgere al meglio la professione di social media manager sono la creatività e la curiosità. La creatività spinge sempre a cercare nuove idee e ad avere un taglio originale e accattivante per tutto quello che andiamo a comunicare, cosa al giorno d’oggi davvero importante per distinguersi dalla massa.
La curiosità invece è il motore propulsivo per questo tipo di attività, come accennavamo all’inizio. Il motivo è presto detto: si tratta di tecnologie che cambiano da un momento all’altro. Nel corso di un anno le dinamiche possono essere anche stravolte, per cui se non si ha la costanza e la voglia di aggiornarsi si resta irrimediabilmente indietro. E si sa, chi si ferma è perduto.