AGCOM chiede “Pedaggio” a WhatsApp e simili

AGCOM

Sono rimasto davvero basito dalla proposta di AGCOM di mettere una sorta di “pedaggio” per le app di instant Messaging tipo WhatsApp, Telegram, Facebook Messenger ecc, con il “pretesto” di far pagare l’utilizzo della rete fornita dai gestori telefonici, pagate a caro prezzo. Nel mondo un miliardo di persone usa Whatsapp. Ogni giorno, vengono scambiati in Italia milioni di messaggi grazie a questa applicazione che in pochi anni ha letteralmente dismesso l’uso degli SMS. Eppure Whatsapp (ma anche le altre app simili) non pagano l’uso della rete internet. A questi temi ha dedicato una ricerca l’AGCOM, che presenta “i numerosi problemi regolamentari posti dallo sviluppo e dalla diffusione dei consumer communications services, passando in rassegna le possibili opzioni regolatorie in ambito europeo e nazionale, evidenziandone rischi e opportunità”.

Giusto paragonare il pagamento della rete telefonica delle app con il pedaggio autostradale?

Il Garante sottolinea che WhatsApp e simili, dovrebbero pagare un “pedaggio” alle società di telecomunicazione che invece investono a caro prezzo sullo sviluppo delle reti. Un tema scottante e alquanto assurdo l’esempio fatto dal commissario Antonio Preto: “E’ come andare in autostrada, sfruttando il lavoro di altri, e non pagare il casello”. Il commissario AGCOM continua sostenendo che “Queste applicazioni usano anche i numeri di telefono che le società acquistano dallo Stato prima di assegnarli ai propri clienti, e lo fanno gratuitamente, un doppio privilegio che andrebbe regolamentato attraverso una negoziazione tra gli sviluppatori delle App e le compagnie telefoniche”.

Il tutto a carico dell’utente finale che già sta pagando tariffe e opzioni per traffico dati? Ovviamente SI

Tra le misure ipotizzate vi è quella che Whatsapp e le altre app remunerino l’utilizzo delle infrastrutture. “Il fine è quello di promuovere gli investimenti sostenuti dagli operatori di rete che sostengono l’ingente quantità di traffico dati che i servizi a valore aggiunto generano”. E’ una ipotesi riguardante gli accordi d’interconnessione tra OTT e TLC da realizzarsi attraverso un obbligo di negoziazione, con l’obiettivo di individuare le modalità d’interconnessione e il relativo prezzo. Ciò non implica costi diretti per l’utente, ma è ovvio che se le società della App di messaggistica immediata dovranno pagare questo “pedaggio” si ripercuoterà sugli utenti. In una nota si evince infatti che sarà concesso alle società fornitrici dei servizi di poter attingere anche dal credito telefonico.

Tutto ciò, ovviamente, solo in Italia. E’ giusto secondo voi che in tutti gli altri paesi del mondo, nessuno dovrà pagare questa tassa, ma solo in Italia? Grazie AGCOM.

 

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