Il 3 novembre scorso, durante una conferenza stampa al Web Summit di Lisbona, il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha annunciato che Microsoft estenderà gratuitamente l’utilizzo delle proprie tecnologie all’Ucraina anche per tutto il prossimo anno.
Alla conferenza stampa era presente anche Mykhailo Fedorov, vice primo ministro e ministro della trasformazione digitale dell’Ucraina.
Secondo Microsoft la difesa dell’Ucraina dipende anche dall’alleanza delle nazioni, delle aziende e degli enti no profit, nel campo digitale.
La fornitura riguarda la fornitura di tecnologia a enti governativi, infrastrutture considerate di importanza critica e altri settori. In questo modo l’Ucraina potrà continuare a fornire ai propri cittadini l’infrastruttura digitale attraverso il cloud di Microsoft.
Come esempio di uso della tecnologia, Smith ha citato l’applicazione degli strumenti di intelligenza artificiale (AI) per intercettare gli attacchi russi alle infrastrutture civili.
Microsoft stima in 100 milioni di dollari il valore dell’estensione al 2023 di questi servizi.
Oltre a questo, Microsoft supporta il paese sulla sicurezza informatica e sostiene le organizzazioni umanitarie che stanno svolgendo il proprio lavoro in Ucraina, Polonia e altre zone dell’Unione Europea.
Da giugno Microsoft ha eseguito numerosi tagli ai suoi affari in Russia, unendosi a un lungo elenco di società di tutto il mondo che hanno ridotto il loro business in quell’area a seguito dell’invasione subita dal popolo ucraino. Tra queste spiccano, altri giganti del settore informatico come SAP e Oracle.
Il conflitto tra Russia e Ucraina è iniziato a febbraio di quest’anno e le conseguenze di questa drammatica guerra sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo, una tregua dei combattimenti è ancora lontana da venire.
Come ha affermato Smith “riconosciamo che molte persone, in particolare in tutta Europa, faranno sacrifici quest’inverno per sostenere la difesa dell’Ucraina. La guerra ha sconvolto i mercati energetici e interrotto l’accesso al cibo”.
“Siamo fiduciosi che altre società tecnologiche si faranno avanti allo stesso modo per sostenere un supporto vitale non solo per l’Ucraina, ma per la stabilità internazionale e la protezione dei diritti fondamentali in Europa e nel mondo”, ha concluso Smith.
Guerra Ucraina Russia: i motivi dell’inizio del conflitto
Il 24 febbraio 2022 è stato sferrato l’attacco delle truppe di Putin nel territorio ucraino.
Quali sono però le cause di questa invasione? Cosa ha portato la Russia a decidere l’intervento?
“Formalmente” il motivo principale del conflitto è la volontà da parte dell’Ucraina di entrare a far parte della NATO. Mosca teme che, a seguito di questa adesione, i paesi occidentali e gli Stati Uniti in prima battuta, possano creare installazioni di tipo militare in Ucraina, come in Romania e Polonia.
Ma il territorio ucraino è ambito per le materie prime di cui dispone e l’enorme produzione agricola. Per quanto riguarda le risorse minerarie, l’Ucraina possiede vasti giacimenti di titanio, uranio, manganese, ferro, mercurio, gas naturale e carbone. Per le risorse agricole, oltre a essere il principale produttore di grano in Europa e il secondo produttore mondiale di orzo, è il primo esportatore al mondo di girasole e olio di girasole e uno dei principali produttori mondiali di mais, patate, segale, api e uova di gallina.
Per questi motivi, la guerra ha avuto pesanti ripercussioni di tipo economiche in tutto il mondo. I forti aumenti delle materie prime energetiche, come gas e petrolio, e di quelle alimentari, come il grano, hanno provocato una spirale inflazionistica in molti paesi.
Non è la prima volta che la Russia scatena una guerra contro l’Ucraina, ma il risultato di contrasti che durano da anni. In tempi recenti. Già nel 2014 con la guerra del Donbass, le forze separatiste di quell’area, appoggiate dalla Russia, si scagliarono contro il governo ucraino.
A quasi un anno dall’inizio del conflitto purtroppo non si vedono spiragli di cessate il fuoco nel breve periodo, tanto è verso che qualche opinionista inizia ad agitare lo spettro di una possibile escalation verso l’utilizzo di armi nucleari.